Termometri: pro e contro di ogni modello

Scuola e Covid, spetta ai genitori misurare la temperatura a casa. Quale termometro scegliere? Tradizionale, digitale o a infrarossi? Non tutti sono affidabili come quelli di una volta. Ecco pro e contro di ogni modello.

Il presidente dei medici di famiglia e quello della Federazione degli Ordini dei Farmacisti spiegano le differenze tra i vari tipi di termometro. Mai misurare la febbre sotto l’ascella.

Dopo le mascherine è la volta dei termometri. In alcune farmacie e supermercati, da quando sono iniziate le scuole, vanno a ruba anche in vista dell’arrivo dell’influenza. Mentre molti di noi ricordano quando da piccoli ci misuravano la febbre con il termometro a mercurio, oggi la scelta è molto più ampia e consente di accorciare i tempi di molto. Ma non conta soltanto il tipo di termometro scelto, quanto il modo in cui lo utilizziamo e come misuriamo la temperatura.

Da quello a mercurio al galistan

al primo termometro inventato da Galileo Galilei nel 1607, questo strumento di rilevazione della temperatura corporea ne ha fatta di strada e si è evoluto. Archiviato dal 2009 quello al mercurio (ma qualcuno ce l’ha ancora a casa) che non è più in commercio perché questo metallo è tossico, oggi possiamo scegliere tra i classici termometri analogici in vetro e i termometri elettronici che a loro volta si suddividono in termometri a sonda e in termometri ad infrarossi (senza contatto). “Oggi si utilizza il termometro al galistan che invece del mercurio all’interno della colonnina contiene un liquido costituito da una lega di gallio, indio e stagno”, spiega Andrea Mandelli, presidente della Federazione Ordini Farmacisti Italiani. “Anche questo tipo di termometro può rompersi, ma non è assolutamente tossico. Per misurare la temperatura servono cinque minuti per una prima lettura e poi un altro minuto per la conferma”, aggiunge Mandelli precisando che il costo è intorno ai 10 euro.

Il termometro digitale

Ma il termometro più in voga negli ultimi anni è sicuramente quello digitale: “Funziona a batterie, utilizza dei sensori collegati ad un display su cui compare la temperatura rilevata a contatto con il calore corporeo in pochissimi secondi. Sono facili anche da sterilizzare, sono poco costosi e affidabili”, spiega Mandelli.

Il termometro a infrarossi

Poi ci sono i termometri a infrarossi: dopo averli accesi, basta attendere pochi secondi per veder comparire su un display la temperatura del corpo. Fanno parte di questa famiglia anche i termometri auricolari che misurano la temperatura interna. “Sono utilizzati soprattutto per i bambini molto piccoli e sono molto igienici perché hanno lo scovolino che si può cambiare ad ogni uso e sono molto affidabili perché rilevano la temperatura del corpo”, spiega Claudio Cricelli, presidente SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. Misurare la febbre a livello auricolare richiede solo pochi secondi, ma è buona norma adottare alcuni accorgimenti per avere una temperatura precisa: pulire l’orecchio per eliminare il cerume; rilevare la temperatura sempre nello stesso orecchio ed attendere circa 30 minuti prima di misurare la temperatura se il bambino è stato esposto a fattori esterni che possono interferire con la misurazione (temperature alte o basse, attività sportiva in acqua).

Il termoscanner

Da quando è arrivato il Coronavirus, abbiamo imparato a conoscere anche il termoscanner che è sempre un termometro a infrarossi ma consente di misurare la temperatura corporea a circa 3-5 cm di distanza dalla persona, evitando cosi il problema del possibile contagio. Questi termometri agiscono rilevando la radiazione termica che ogni individuo emana sotto forma di radiazioni infrarosse. Queste onde, una volta convogliate su lenti ottiche, sono convertite in segnale elettrico e attraverso un processore sono poi tradotte in valore numerico, che l’operatore può leggere facilmente sull’apposito schermo. “Sono molto precisi – spiega Cricelli – e soprattutto evitano ogni forma di contatto quindi non hanno bisogno di essere sterilizzati”. I costi oscillano dai 20 ai 50 euro.

Dove si misura la febbre

Non è solo questione di termometro, ma anche di come e dove si effettua la misurazione: “Il termometro non va messo sotto l’ascella e neppure all’inguine”, chiarisce Cricelli. “In generale non va bene nessuna piega della pelle perché sono zone umide e poi l’ascella risente del sudore e quindi la temperatura non è affidabile”. Ma l’affidabilità è fondamentale visto che per mandare i bambini a scuola i genitori sono tenuti a misurare la febbre ogni mattina: “Non dobbiamo pensare solo a febbri elevate che si rilevano lo stesso anche se la misuriamo sotto l’ascella. Soprattutto in questo periodo è importante poter rilevare anche variazioni minime e quindi è ancora più necessario misurarla nel posto giusto del corpo per esempio in bocca oppure nell’orecchio”, aggiunge il presidente della Simg.

Non è un gioco

Ma l’affidabilità è anche una questione di utilizzo: “I vari prodotti di marchi diversi sono affidabili ma dobbiamo imparare ad usarli bene a cominciare dalla lettura delle istruzioni”, precisa Mandelli. “Per esempio, ogni apparecchio indica la distanza a cui tenere l’apparecchio e poi è bene usare sempre il buon senso, quindi non misurare la febbre appena rientrati a casa soprattutto se c’è molta differenza di temperatura tra esterno e interno e non giocare con il termometro misurandola dopo pochi minuti per vedere se ci sono variazioni”.

L’igiene del termometro

La sonda del termometro va pulita prima e dopo ciascun utilizzo. Pulire la testa del sensore con una soluzione di sapone neutro e acqua fredda. Disinfettare il termometro pulendo la punta e la parte inferiore dell’involucro con un panno inumidito con alcool. Se si utilizza il termoscanner non c’è necessità di sterilizzare lo strumento, ma se invece la febbre si misura con un termometro classico, allora meglio sterilizzarlo dopo l’uso: “L’ideale è che in famiglia ciascuno abbia il proprio così non serve igienizzarlo ogni volta dopo l’uso magari scegliendo quelli più economici che sono comunque affidabili”, suggerisce il presidente della Simg.

Fonte La Repubblica Salute

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